Spendi che ti passa Questo interessante articolo dell'agenzia di stampa Adnkronos riporta i risultati di una ricerca sull'influenza delle emozioni sul comportamento d'acquisto. Si evidenzia come la tristezza ci induca ad acquistare e soprattutto a spendere maggiormente. Nell'esperimento le persone che avevano visto un filmato 'triste' erano molto più propense a spendere di quelle che ne avevano visto uno emotivamente 'neutro'. Nel caso specifico dovevano stabilire loro il costo da pagare per una bibita e le persone che avevano guardato il video 'triste' arrivavano a spendere fino al 300% del valore effettivo della bibita. Un aspetto interessante dell'esperimento è che i partecipanti dichiaravano che la visione del filmato non aveva avuto alcuna influenza sul valore da loro proposto per la bibita. Ovviamente un singolo esperimento non è sufficiente da solo per chiarire un tema cos? complesso e comunque rimandiamo il lettore all'articolo originale per un approfondimento. L'aspetto su cui voglio puntare l'attenzione è soprattutto questo: noi non siamo consapevoli di quanto e come le nostre emozioni condizionano il nostro comportamento. Noi abbiamo l'impressione di effettuare le nostre scelte in maniera libera, indipendente e razionale, mentre in realtà la nostra vita emotiva ci influenza costantemente e profondamente. Se basta solo aver visto un filmato triste per indurci a spendere di più, figuriamoci l'influenza che pu? avere su di noi (sul comportamento d'acquisto, ma non solo su quello) un 'banale' telegiornale o la pagina di cronaca nera di un giornale. E che dire di episodi più o meno tristi che ci toccano direttamente (come una multa per divieto di sosta oppure una delusione sentimentale). E’ importante riconoscere come le emozioni condizionano la nostra vita e le nostre scelte. Quanto più ascoltiamo e comprendiamo i nostri stati d'animo, tanto più possiamo essere consapevoli delle motivazioni delle nostre azioni. E quindi più liberi. Liberi magari di 'scegliere' di fare shopping per consolarci di una brutta giornata, piuttosto che condannati ad un consumismo compulsivo. Dott. Arturo Mona |