Sicuramente Second Life non è semplicemente un gioco: ciò che caratterizza sostanzialmente questo mondo virtuale è l'avere a disposizione un alter-ego, ossia la rappresentazione digitale di sè stessi, che interagisce in un mondo abitato da personaggi a cui corrispondono "giocatori" altrettanto reali. Ogni incontro e conversazione che avviene all’interno di SL assume pertanto la connotazione di un vero e proprio rapporto interpersonale. A differenza di quanto avviene con chat ecc., è presente una importante componente della comunicazione umana, il linguaggio non verbale, che rende le interazioni molto congruenti rispetto a quelle reali, seppure lo scambio comunicativo viene mediato dai nostri avatar. E poichè l'avatar ha un suo status e rete sociale all'interno del mondo virtuale, l'investimento di risorse individuali in termini emotivo-affettivi, economici, ecc., non può che avere ripercussioni sulla vita reale. Ritengo che il rischio maggiore nell'avvicinarsi a SL sia quello di scegliere, a lungo andare, il mondo virtuale quale alternativa a quello reale. Da una parte, infatti, la congruenza di SL con la "real life" ci offre la sicurezza di un modello familiare e vicino ai nostri stereotipi, che ci permette inizialmente di avvicinarsi al mondo virtuale. D'altro canto le più ampie e meno limitate possibilità offerte da questa realtà parallela rendono per molti versi quest'ultima più attraente rispetto al mondo reale. Un mondo nel quale l'individuo ha la possibilità di costruire molteplici identità per sperimentare pienamente i propri potenziali arricchendosi, di vivere una propria socialità ego-centrata, di auto regolarsi e manipolare il proprio corpo e la propria fisicità percependosi completamente padrone della propria vita e morte (basta infatti scollegarsi da SL per "smettere di vivere come avatar"), rappresenta sicuramente una alternativa altamente desiderabile per un essere umano. La motivazione all'esercizio del potere/controllo (a partire dal proprio corpo), può rappresentare di per sè un fattore motivante rispetto alla scelta di navigare in un contesto senza troppi limiti, in cui si può scegliere di vivere esclusivamente i momenti piacevoli, anzichè accettare i propri confini e limiti di essere umano che ovviamente non può "volare", nè può sottrarsi alle proprie responsabilità o fuggire dalla propria vita semplicemente spegnendo il p.c. Le possibili conseguenze di ciò sono rappresentate dalla riduzione della tolleranza alle frustrazioni, dall'aumento della tendenza al controllo (di sè, dell'altro e del proprio ambiente), e dallo strutturarsi di una visione sempre più centripeta della realtà.D'altra parte, non vanno sottovalutati alcuni fattori sicuramente positivi rispetto all'impatto di SL sulla vita reale:la possibilità di percepirsi attraverso molteplici ruoli, di sperimentarsi nel rapporto interpersonale all'interno di molteplici contesti, di interagire in ambienti differenti e con persone di diverse culture, permette all'individuo di potenziare la propria capacità di autoriflessione e comprensione dei suoi stati emotivi attraverso il confronto interpersonale. La possibilità di misurarsi nelle diverse esperienze e contesti consente inoltre la valorizzazione delle proprie risorse personali. Ovviamente non è possibile, in conclusione, dare una valutazione rispetto all'impatto di SL sulla vita reale in termini di giudizio e possibili conseguenze positive o negative.Se utilizzata al servizio dell'io, ossia quale possibilità di sperimentarsi in modo consapevole rispetto agli eventuali rischi, quella su SL può costituire a lungo andare una esperienza che arricchisce l'individuo valorizzandone il potenziale creativo. Al contrario, l'uso della rete in generale e di SL quale via di fuga da una realtà sgradevole e scelta alternativa alla "real life", non può che condurre l'individuo verso l'solamento e l'alienazione. Dott.ssa Ida Lopiano |
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