Sposami... su Second Life!
Le coppie si sposano anche su Second Life.Veri e propri matrimoni vengono celebrati con tanto di cerimonia, vestito bianco e viaggio di nozze. Basta inserire la parola “wedding” (matrimonio) nella casella search e compare sul web la lista dei posti in cui si può contrarre il matrimonio virtuale. Uno staff di persone specializzate nel settore è a disposizione per qualsiasi informazione in merito e pronto a organizzare il matrimonio, civile per chi preferisce o anche “religioso”; nel qual caso c’è chi è pronto a procurare “a priest” (un prete) per la funzione. Nella lista dei servizi offerti è possibile scegliere tra diversi pacchetti, a seconda del prezzo che is desidera: dai 5000 ai 10000 L$ per cerimonie semplici o ricche di addobbi floreali, musiche e rinfresco dopo-cerimonia. E’ concesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma non la poligamia. In quanto al divorzio, è ben più semplice: basta eliminare il nome del partner dal proprio profilo (la propria ‘carta d’identità’, per intederci) e il gioco è fatto.....anzi disfatto!
Quali significati può avere il matrimonio ‘vitruale’? Ovviamente non è possibile dare un’unica risposta a questa domanda, considerando le differenze individuali che caratterizzano tale scelta. Possiamo solo provare a formulare delle ipotesi su cui riflettere.
Il matrimonio è un copione istituzionale e strutturato che fa parte delle nostra vita e della nostra cultura. Lo ritroviamo sin da piccoli nelle favole ed è stato considerato, almeno sino a non molti anni fa, una tappa quasi obbligata nella vita di un individuo. Per questo motivo scegliamo di sposarci anche su Second Life, dove potremmo mettere da parte schemi di comportamento, convenzioni sociali e copioni che la società a volte sembra imporci e in cui spesso ci sentiamo “stretti” : il ‘rito sociale’ del matrimonio è quello più indicato per esternare pubblicamente un’unione sentimentale, seppur virtuale.
D’altra parte, anche in assenza di un autentico legame affettivo da celebrare, la semplice “curiosità” può essere sufficiente per spingere ad unirsi ad un’altra persona in maniera ‘giocosa’, con la consapevolezza che il legame non è per sempre.... anzi, che in fondo non c’è alcun legame dato che, nella realtà, a sposarsi sono solo i nostri ‘avatar’, i nostri alter ego immaginari. Unico punto che appare ‘confusivo’ è quello della possibilità di una celebrazione religiosa ‘virtuale’. Ovviamente, nell’immaginario collettivo, il matirmonio è in molti casi, oltre che un contratto civile, un sacramento. Eppure all’interno delle illimitate possibilità della realtà virtuale, appare fuori luogo il ‘prete virtuale’. Un matrimonio civile virtuale è un contratto virtuale in uno stato virtuale tra soggetti virtuali... il prete, anche quello virtuale, è in ogni caso un simbolo religioso. E in quanto tale degno di rispetto, a prescindere dal credo (o dall’ateismo) di appartenenza. In altri termini, la ‘religiosità’ dei matrimoni su Second Life sembra esprimere una confusione tra il significato religioso e la cerimoniosità rituale della celebrazione. |