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La paura del diverso La psicologia è tenuta ad oscillare tra (a) lo studio del singolo, dell'individuo nella sua espressione unica e irripetibile e (b) la ricerca di regole generali e universali. Possiamo considerare un universale antropologico la 'paura del diverso'? Ecco tre spunti di riflessione. “People are strange” - Strano. Cosa vuol dire la parola strano? Letteralmente significa diverso, differente, insolito e fuori dal comune. Il termine ha però una connotazione negativa, infatti la stranezza è una differenza che suggerisce/implica qualcosa di sbagliato: un discorso strano non preannuncia niente di buono.Strano deriva dal latino 'extraneus' ('extra' = fuori, di fuori) cioè colui che è di un'altra patria o paese, ossia straniero. Quindi etimologicamente 'strano' è l'aggettivo che caratterizza lo 'straniero'. Per definizione lo straniero è strano. Come cantava Jim Morrison, 'People are strange when you're a stranger' (La gente è strana quando sei uno straniero). 'Differente', scritto in cinese, fa paura! - L'ideogramma cinese (yì) significa differente, strano, insolito, straniero (ma solo riferito ad un posto). Ogni ideogramma ha una storia e questa ha ben più di 2000 anni! L'attuale versione semplificata risale ad un carattere arcaico che raffigura una persona che indossa una maschera spaventosa (la testa è identica a quella del carattere usato per la parola 'demone') e che muove la mani in aria. Differente e strano. Anche qui per definizione ciò che è differente è negativo, anzi fa proprio paura! |
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Quando il bambino ha paura dell'estraneo – Orientativamente intorno agli 8 mesi i bambini sviluppano una reazione di paura nei confronti delle persone estranee. Se già precedentemente erano in grado di riconoscere una persona come sconosciuta, solo intorno agli 8 mesi iniziano a provarne paura. Ovviamente si tratta di una reazione innata con un preciso significato evolutivo. Come suggerisce John Bowlby, eminente psicologo ed ideatore della teoria dell'attaccamento, l’estraneità viene identificata come segnale di pericolo e contemporaneamente l'attaccamento nei confronti della madre si rafforza: questo tipo di sviluppo è indispensabile alla sopravvivenza della specie. In conclusione, la paura per la diversità sembra proprio appartenere alla natura umana. È però importante comprendere fino a che punto questo tipo di paura è adattivo e utile e quando diventa disfunzionale. Se il 'bambino' continuasse anche a 18 anni ad avere la stessa paura di fronte ad un estraneo avrebbe dei seri problemi nella socializzazione. Allo stesso modo, se un popolo ritenesse tutti gli stranieri per definizione spaventosi avrebbe grosse difficoltà nelle relazioni internazionali e dei problemi di tipo razziale o etnico al suo interno. Ma questi sono solo esempi estremi.Per ciascuno di noi, quando è che l'innata paura per la diversità smette di essere adattiva e funzionale e diventa un fardello inutile e dannoso, per noi e per gli altri Dott. Arturo Mona |
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