22-11-2007 Vittima di un inganno, una ragazza di 14 anni si suicida in seguito aduna delusione d’amore: il suo partner è unavatar, ossia un personaggio virtuale conosciuto in chat. Accade in un piccolo paese della provincia americana: lei, Megan, timida e insicura conosce un sedicenne in chat e se ne innamora....ma in realtà lui è solo un personaggio virtuale appositamente pensato e costruito dai genitori (“adulti”) di una ragazza con cui Megan aveva litigato. E così, dopo essere stata illusa, la ragazza viene mortificata ed umiliata (“sei grassa...tutti ti odiano...”, comincia a scriverle il suo partner virtuale), ed infine “mollata”. Megan si è impiccata ad un armadio mentre i genitori, al piano inferiore, preparavano la cena. Un amore nato e rimasto sul web sembra non essere meno reale dell’amore che l’individuo vive nella “vita reale”, nè meno intenso e ricco di sfumature come di conseguenze e ripercussioni (positive o, come in questo caso, negative), nella vita della persona. Gli adolescenti, che per la fase evolutiva che attraversano vivono ogni aspetto della propria vita con grande intensità e confusione, soprattutto se si tratta di esperienze sentimentali, sono sicuramente “a rischio”. E’ sicuramente molto difficile per la famiglia e per il contesto sociale, tutelare l’adolescente dai rischi e dalle possibili conseguenze di una esperienza relazionale negativa, soprattutto se si tratta di una esperienza virtuale. Questo ennesimo episodio di violenza, che ha come protagonista il web, ci porta ancora una volta a riflettere sulla necessità di regolare e soprattutto monitorare l’accesso ad internet da parte del minore. Dott.ssa Ida Lopiano Fonte: Il Giornale |