Facebook riporta a casa bambina affidata a suore! La notizia mi ha colpito. Grazie a Facebook una madre ha potuto riabbracciare la figlia di 8 anni. Forte, vero? O no? La piccola Sonia era stata affidata ad una comunità religiosa dal Tribunale dei Minori di Potenza: il padre risultava violento (nei confronti della madre) e la madre era accusata di atteggiamenti volti a mettere la figlia contro il padre (Parental Alienation Syndrome). Quindi il tribunale ha deciso per l'affido della minore in una comunità protetta gestito da suore. A questi punto la madre crea un gruppo su Facebook il gruppo 'Liberate Sofia', con ampio a accorato seguito. Di lì a poco il Tribunale appura che la madre non ha una PAS (Parental Alienation Syndrome), quindi non instilla nella bambina un ingiustificato odio nei confronti del padre. Conclusione: madre e figlie si posso riabbracciare (il padre potrà vedere la figlia solo nei fine settimana). Tre considerazioni. 1) Spero sinceramente che né Facebook, né altri mezzi di comunicazione di massa possano mai influire sulle decisioni di un Tribunale: la giustizia di popolo non è mai democratica. Ovviamente, spero, le conclusioni a cui sono pervenuti i giudici sono basate sulla conoscenza dettagliata dei fatti: cosa ne sarebbe della giustizia se i processi fossero decisi sulla base dei blog simpatizzanti (o meno) per i vari Amanda Knox o Alberto Stasi (cittadini che hanno diritto ad un processo serio e dettagliato) e non al televoto come se si trattasse della finale di Sanremo. 2) Spero che Facebook e la rete in generale possano di fatto esercitare una democratica pressione sui tempi e sui modi in cui viene esercitata la giustizia in Italia. 3) Ciò che più di tutto emerge è come i figli vengano troppo spesso 'messi in mezzo' nelle conflittualià genitoriali. A ben vedere le comunità protette, di fatto sono proprio uno strumento per tutelare i minori da una situazione familiare inadeguata. Chiudo con un affettuoso augurio di serenità a tutte le persone, a vario titolo, coinvolte nella drammatica vicenda. Fonte: La gazzetta del mezzogiorno Dott. Arturo Mona |