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Vivere con ‘naturalezza’. |
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Istruzioni per la compilazione
È importante compilare la scheda con attenzione e concentrazione, in un posto e in un momento in cui non verremo distratti, disturbati o interrotti. In primo luogo identificare un episodio recente e significativo in cui il nostro comportamento o le nostre reazioni sono state per noi stessi sproporzionate, eccessive, anormali, disfunzionali, incoerenti o fuori luogo. Una volta scelto l'episodio, rivediamolo mentalmente nel suo svolgersi e descriviamolo nella sezione SITUAZIONE. La descrizione deve essere oggettiva e concreta, focalizzata sui fatti così come si sono svolti, spiegata come se parlassimo a qualcuno che non sa assolutamente nulla di noi e degli eventi che sono accaduti. Eventualmente riportiamo anche cose che sono accadute subito prima e che possono averci influenzato. Successivamente, ripensiamo mentalmente a quel momento e scriviamo i pensieri più rilevanti e significativi nell'apposita sezione PENSIERI. Valutiamo l'intensità che aveva ciascuno dei pensieri su una scala che va da un minimo di 0 a un massimo di 10 e disegniamo un cerchio O intorno al numero corrispondente. Quindi, riviviamo mentalmente tutto l'accaduto e riportiamo i vissuti e le sensazioni emotive che abbiamo provato nella sezione EMOZIONI. Valutiamo l'intensità che aveva ciascuno dei vissuti e delle sensazioni emotive su una scala che va da un minimo di 0 a un massimo di 10 e disegniamo un cerchio O intorno al numero corrispondente Dopo di ciò rileggiamo con cura tutto ciò che abbiamo scritto. Soffermiamoci sui pensieri che abbiamo annotato precedentemente e chiediamoci qual è secondo noi l'intensità che sentiamo più 'naturale', più appropriata, più funzionale per ciascun pensiero in quella situazione. Valutiamo questa intensità su una scala che va da un minimo di 0 a un massimo di 10 e disegniamo un triangolo Δ intorno al numero corrispondente, nella sezione PENSIERI. Soffermiamoci su vissuti e sensazioni emotive che abbiamo annotato precedentemente e chiediamoci qual è secondo noi l'intensità che sentiamo più 'naturale', più appropriata, più funzionale per ciascun vissuto e sensazione emotiva in quella situazione. Valutiamo questa intensità su una scala che va da un minimo di 0 a un massimo di 10 e disegniamo un triangolo Δ intorno al numero corrispondente, nella sezione EMOZIONI. Evidenziamo infine quanto i nostri pensieri e/o le nostre emozioni si discostano dalle reazioni che sentiamo più 'naturali'. In questo modo, abbiamo a nostra disposizione degli spunti per comprendere, gestire, affrontare il nostro disagio. In sintesi ed a titolo di esempio possiamo (a) individuare i 'pensieri inopportuni', che ci boicottano e ci fanno stare inutilmente male; (b) contrastare i pensieri disfunzionali con opportuni 'pensieri positivi'; (c) individuare le emozioni/sensazioni non-contestuali e provare a ricondurle ai contesti significativi in cui le abbiamo apprese; (d) costruire delle strategie per compensare i pensieri e le emozioni non-contestuali che tendiamo a sperimentare in quelle situazioni. Può sembrare inizialmente difficoltoso ma è proprio l'utilizzo di questi spunti che siamo riusciti a ricavare che può indicarci una via efficace di cambiamento. Infatti, le direzioni e le strategie, a questo punto, costituiscono il cuore del processo terapeutico. |
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Esempio: 50 volte il primo esame
Premessa L'esempio riportato non corrisponde ad alcun caso clinico reale, sebbene sia liberamente ispirato, in termini di processo terapeutico ad alcune situazioni cliniche piuttosto frequenti.
Chiara ha 22 anni ed ha forti difficoltà con i propri impegni universitari. Nonostante i numerosi riscontri positivi ottenuti, la ragazza vive con preoccupazione ed ansia notevoli ciascun esame del proprio percorso scolastico. È figlia unica di genitori che si sono separati quando lei aveva 9 anni. Ha buoni rapporti con entrambi i genitori nonché con l'attuale compagna del padre. Con la madre, con la quale convive ha occasionalmente delle forti litigate durante le quali si rimproverano reciprocamente di essere la causa dei propri problemi. Al di là delle sfuriate, Chiara sa che la madre ha sempre fatto tutto ciò che poteva per lei e che si è sempre sacrificata per consentirle di seguire i propri interessi ed i propri studi. La ragazza ricorda che le è sempre stato detto 'L'unica cosa che tu devi fare è pensare ad impegnarti in quello che fai: al resto ci penso io.' Chiara ha avuto diverse storie sentimentali tutte di breve durata e concluse con una delusione nei confronti del partner ritenuto 'incapace di comprendermi'. Ha 2 amiche con cui si frequenta sin dagli anni del liceo. È timida e tende a non mettersi in mostra in gruppo, ma questo non le impedisce di uscire spesso con gruppi di amici/colleghi molto eterogenei. |
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Spunti per un cambiamento
La compilazione della scheda ha permesso a Chiara alcune riflessioni che le sono state d'aiuto per affrontare con più efficacia i successivi impegni universitari.
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© Arturo Mona – 05.03.2010 |
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Ida Lopiano © 2007 |