Consulenza psicologica  e  psicoterapiadiagnosi clinica, training autogeno

 SPAZIO   PSI

 Studio di Psicologia e
 Psicoterapia - Roma

 Dott.ssa Ida Lopiano e
 dott. Arturo Mona,
 psicologi - psicoterapeuti

:: Viale Libia, 98 (Nomentana,
   
Montesacro). 00199 -  Roma
 :: Viale Giulio Agricola, 61
    (
Tuscolana, Metro
    Giulio Agricola).
   
00174 - Roma
 :: Dott.ssa I. Lopiano: 320.0450719
 :: Dott. A. Mona:  338.1666010
   
www.spaziopsi.it
 idalopiano@gmail.com -  arturomona@gmail.com

 Home    Psicoterapia    Training Autogeno    Gruppi     Articoli    Link      Contatti       

Il disturbo dipendente:

Fa parte dei disturbi di personalità del gruppo C.
Si manifesta con la necessità eccessiva di essere accuditi che determina un comportamento sottomesso e paura della separazione.
Questa modalità compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti. Il comportamento dipendente e sottomesso è finalizzato a suscitare protezione, e nasce da una percezione di sé come incapace di funzionare adeguatamente senza l'aiuto di altri. Gli individui con Disturbo Dipendente di Personalità hanno grande difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza un'eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni da parte degli altri.Tendono ad essere passivi, e a permettere ad altre persone (spesso una persona singola) di prendere l'iniziativa e di assumere la responsabilità per la maggior parte dei settori della loro vita.
Dal punto di vista interpersonale, poiché temono di perdere il supporto o l'approvazione, hanno difficoltà ad esprimere il disaccordo verso altre persone, specialmente verso coloro da cui sono dipendenti.
Questi individui si sentono talmente incapaci di funzionare autonomamente che concorderanno su ciò che ritengono sbagliato, piuttosto che perdere l'aiuto di coloro che ricercano per essere guidati. Non si arrabbiano adeguatamente con le persone da cui necessitano supporto e accudimento per timore di allontanarli. Se le preoccupazioni dell'individuo riguardo alle conseguenze dell'espressione del disaccordo sono realistiche, il comportamento non dovrebbe essere considerato come prova di un Disturbo Dipendente di Personalità. Mancano di sicurezza in se stessi, e credono di avere neccessità di aiuto per iniziare e portare avanti dei compiti. Aspetteranno gli altri per iniziare le cose, poiché credono che di regola gli altri facciano meglio.  Possono, comunque, funzionare adeguatamente se hanno la sicurezza che qualcun'altro stia supervisionando e approvando. Possono temere di diventare o di apparire più competenti, poiché possono credere che questo conduca all'abbandono. Poiché contano sugli altri per gestire i propri problemi, spesso non acquisiscono gli strumenti per vivere adeguatamente, perpetuando così la dipendenza.
Da un punto di vista della storia familiare la persona dipendente ha iniziato un normale ciclo evolutivo: ha avuto cure affettuose e intensa attenzione, ha imparato a contare sugli altri e a sviluppare un senso di fiducia.
Nelle fasi successive dello sviluppo evolutivo, si riscontra di frequente nella storia familiare la tendenza da parte deiI genitori a continuare ad offrire aiuto e protezione, indebolendo in tal modo la competenza del bambino di fare le cose da solo e rendersi autonomo.
In questo modo, ciò che prima era protezione diventa controllo o biasimo, a cui il soggetto risponde con un atteggiamento di sottomissione e senso di inadeguatezza, per cui diventa inevitabile dipendere da qualcun altro. Accade Spesso che, a causa di questa mancanza di assertività, l’individuo venga tormentato dai suoi coetanei, preso in giro e infantilizzato o viziato.
Da un punto di vista cognitivo le principali caratteristiche di questo disturbo sono:
Convinzione su Sé: sono inadeguati, indifesi, incapaci di affrontare il mondo con le loro forze; “Sono troppo inadeguato per affrontare la vita da solo”.
Convinzione sul mondo: è un luogo freddo, solitario e pericoloso, non si può affrontare da soli; “L’indipendenza significa essere completamente solo”.
Convinzioni sugli altri: solo gli altri possono aiutarli ad affrontare la vita e a prendere decisioni; “Non posso sopravvivere senza qualcuno che si prenda cura di me”.
Distorsioni cognitive: Pensiero dicotomico “Tutto giusto o tutto sbagliato”; pensiero catastrofico “Se il mio coniuge mi lascia, cado a pezzi”; pensieri automatici “Non posso, … Non riuscirei mai a farlo, … Sono fin troppo stupido”.
I principali obiettivi di trattamento sono in genere “autonomia e indipendenza”: è importante aiutare il paziente ad gire indipendentemente dagli altri e tuttavia essere in grado di sviluppare relazioni intime e ravvicinate; a separarsi e differenziarsi gradualmente dalle figure significative per accrescere la sicurezza in se stesso e il sentimento di auto-efficacia. Il terapeuta deve offrire interventi che aiutino il paziente a cambiare il forte desiderio di essere dipendente e a rafforzare quello di diventare competente.
Il comportamento dipendente è pervasivo e si manifesta fortemente nella relazione terapeuta-paziente.
All’inizio della terapia è possibile concedere una qualche dipendenza nel rapporto terapeutico, con l’obiettivo di creare alleanza; tuttavia occorrerà lavorare per tutta la durata del trattamento per distogliere il paziente da tale dipendenza.
La conclusione della terapia può rappresentare una grave minaccia per il paziente DPD; per questa ragione è bene tenere presenti due strategie:
1)dissolvenza delle sedute: programmandole meno frequentemente, è un esperimento comportamentale per aiutare la persona credere che è possibile mantenere i cambiamenti senza il sostegno della terapia.
2)offrire sedute di sostegno: anche se la terapia è conclusa, offrire una o due sedute di sostegno al paziente quando vive delle difficoltà, è un modo per metterlo sulla strada giusta incoraggiandolo a riprendere gli interventi che li avevano aiutati nel passato.
Disturbi associati: Disturbi d’ansia, depressione, alcolismo, abuso di sostanze psicoattive.

La diagnosi secondo i criteri del DSMIV-TR:
Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità di essere accuditi, che determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione, che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
1) ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere una eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni
2) ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita
3) ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione. Nota Non includere timori realistici di punizioni
4) ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia)
5) può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli
6) si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso
7) quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un'altra relazione come fonte di accudimento e di supporto
8) si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.

Diagnosi differenziale:
A differenza degli istrionici, i soggetti con disturbo Dipendente sono infantili e dipendenti, ma non egocentrici; sono sottomessi e passivi e non manipolativi o seduttivi. Non cercano la dipendenza in modo attivo e manipolativo come gli istrionici.
I soggetti istrionici e dipendenti hanno entrambi bisogno dell’affetto degli altri, ma il dipendente si fida del fatto che può ottenerlo e che i suoi sforzi verranno premiati con altro affetto.
I soggetti dipendenti e agorafobici tendono entrambi a  dipendere dagli altri, ma il dipendente non richiede di essere sempre accompagnato ovunque vada come in genere avviene per chi soffre di
Agorafobia.

Ida Lopiano © 2007